Le tragedie edipiche al tempo del Covid

di Angelo Urbano

Gli eventi tragici vissuti dall’umanità nel corso dei millenni sono stati, spesso, origine di ispirazione letteraria. Diluvi universali, carestie, pestilenze hanno fatto da sfondo a racconti entrati ormai nel mito e, come tali, sempre fonte di riflessioni ed elaborazioni sull’animo umano e sulle dinamiche che lo governano. In tempi recenti l’Uomo si è ritrovato protagonista della prima pandemia del nuovo millennio. Una situazione mai esperita dalle ultime generazioni ma soltanto letta in narrativa o guardata in trasposizioni cinematografiche. Questa volta, invece, la sperimentazione è stata reale. Si è vissuto sulla propria pelle il disagio solo in parte saggiato, in precedenza, dall’immaginazione. L’epidemia da Covid-19 ha causato, oltre alla sofferenza fisica e alla morte, numerose ripercussioni psicologiche personali e sociali. Uomini e donne di tutto il mondo hanno subito un’emarginazione così intensa da innescare reazioni incontrollate e ingestibili, soprattutto all’interno delle mura domestiche, trasformatesi non solo nell’unico rifugio alla persecuzione virale ma anche nella dimora di solitudini fisiche ed emotive.

     La storia mitica di Edipo, narrata nella tragedia di Sofocle, oltre ad aver fornito un ricco contributo alle teorie psicoanalitiche, si presta ad ulteriori interpretazioni volte a comprendere quanto quelle vicende umane, tramandate nei secoli, possano stimolare un sentimento di prossimità emotiva favorevole alla scoperta, all’elaborazione ed all’accettazione di complessi e sconvolgenti sviluppi (inter)personali in una cornice di più stretta attualità.

     Edipo, protagonista di un atto di rivalsa ma, allo stesso tempo, vittima di un infausto destino, con un inconsapevole movimento di riavvicinamento alla sua casa natia corre incontro al pericolo celato dietro la sete di conoscenza. La ricerca di una verità in grado di spiegare fatali coincidenze mette in luce frammenti di una vita passata carichi di angoscia e spaesamento. L’indagine diventa una necessità indispensabile a recuperare la propria identità, ad assegnare un senso agli eventi e ad allinearsi ad una prospettiva emotiva sempre più lacerante. Fin dal suo percorso verso la città di Tebe il Destino prefigura gli attributi del contatto ravvicinato con l’Altro. Già nello scontro con Laio, ignoto padre naturale, per il diritto al passaggio del carro, Edipo, a sua insaputa, fa l’esperienza della violenza intrafamigliare. Evento che, in un finale estremamente tragico, farà sentire la potenza del trauma inflitto.   

     Tempo dopo, lo stesso Edipo, subentrando da straniero a capo della corte reale, viene in contatto con una verità inconcepibile e difficile da accettare: l’amara intuizione, estorta al cieco indovino Tiresia, della sua origine regale e della conseguente appartenenza proprio a quella stirpe che lo aveva condannato ancora in fasce. La nuova casa che lo ha accolto e che condivide con i suoi affetti più cari si trasforma, in un attimo carico di angoscia, nel peggiore degli incubi e l’impotenza della sopportazione provoca gesti ancora più nefasti. La sua sposa (e madre) abbandona violentemente la vita ed egli stesso, incapace di assistere ulteriormente alla tragedia della sua esistenza, si acceca.

   

     La pandemia da Covid-19, vero e proprio evento traumatico per la popolazione mondiale, ha costretto ad adottare misure di contenimento che, contrastandone la diffusione, hanno modificato drasticamente le nostre vite, con risvolti specifici in ambito economico, sociale e psicologico. Se consideriamo la valutazione di quest’ultimo fattore abbiamo potuto notare quanto l’emergenza sanitaria abbia mutato, in particolare, il contesto di vita dei ragazzi, portando alla chiusura delle scuole, all’introduzione della Didattica a Distanza (DaD), al confinamento nelle proprie case nonché all’impossibilità di avere contatti in presenza dei propri pari fino ad arrivare alla sospensione di tutte le attività extrascolastiche. Per questo motivo è diventato prioritario occuparsi della salute mentale dei più giovani per aiutarli a gestire ed affrontare tutte le citate carenze, causa di ripercussioni psicologiche durature e compromettenti. Tra i vari effetti rilevati nella popolazione più giovane riscontriamo alterazioni dell’umore e disturbi d’ansia, nonché forme depressive e di isolamento sociale. Una rilevante ricerca svolta da Telefono Azzurro e Doxa Kids, somministrata a fine aprile 2020, ha mostrato come i genitori abbiano riscontrato diversi cambiamenti nei propri figli, in riferimento al periodo di lockdown.

     Come in una Tebe moderna oppressa dalla peste, le vittime della pandemia da Covid hanno man mano dovuto ridurre la distanza tra la vita interna e quella esterna, tra un dentro e un fuori, tra il famigliare ed il sociale. Lo spazio dilatato della vita precedente fatto di lavoro, scuola, svaghi, relazioni si è man mano ristretto fino alla costrizione della condivisione di ambienti domestici vissuti alla stregua di confortevoli prigioni. Uno spazio condiviso trasformatosi, spesso, in un’arena emotiva dove gioie, dolori, frustrazioni e rivalse si sono sfidate senza esclusione di colpi. Se da un lato la vicinanza prolungata con altre persone, in particolare con i componenti del nucleo famigliare, ha contribuito a godere della loro compagnia, del loro affetto e calore, dall’altro ha aiutato a focalizzarne in dettaglio anche difetti o sfumature caratteriali ignote o poco evidenti in una conoscenza superficiale o distratta.

    Il tempo prolungato trascorso in casa, o in qualsiasi soluzione alternativa adatta allo scopo, ha permesso di osservare comportamenti ed eventi ai quali non si era mai prestata la dovuta attenzione. Una lente di ingrandimento psicosociale in grado di evidenziare propensioni o atteggiamenti sorprendenti e spiazzanti non solo sul versante più amorevolmente empatico ma, in alcuni casi, su uno più spiccatamente traumatico. Torna utile, quindi, la rilettura degli eventi edipici allorquando, proprio attraverso una ricostruzione deduttiva di frasi ambigue, commenti svalutanti, parole non dette o, al contrario, espresse con veemenza ci accosta sempre più alla conoscenza di vissuti famigliari caratterizzati da incomprensioni, invidie, rimorsi, finanche false illusioni affettive.

     Lo spazio condiviso ha causato l’esasperazione dei sentimenti di rabbia, ha contribuito ad aumentare la frustrazione senza poter utilizzare l’utile strumento della disintossicazione esterna come modalità decompressoria. Quando, di fatto, ci si avvicina troppo alle fonti di stress o di pericolo spesso ci si brucia accorgendosi in ritardo di una realtà mai immaginata prima e della sofferenza umana che ne consegue e dalla quale non si sfugge in un contesto eccessivamente endogamico. La pandemia è riuscita a forzare i limiti di sopportazione umana avviando indagini emotive (intra)famigliari, sondando la genuinità dei sentimenti reciproci, autenticandone quelli veri e smascherandone quelli falsi, regolando i conti con verità scomode da ammettere e istigando rivalse sentimentali precedentemente sopite.

 

     Isolamento e forti limitazioni hanno moltiplicato le difficoltà per le vittime, sia donne che minori conviventi con il maltrattante, a segnalare e rivolgersi ai servizi di supporto, contribuendo ad un innalzamento del numero dei casi di maltrattamenti e abusi entro le mura domestiche. È stato questo il forte grido di denuncia che gli Uffici giudiziari, unitamente alle numerose associazioni in difesa delle vittime di violenza, hanno lanciato in una prospettiva di sensibilizzazione ma, soprattutto, di tutela verso coloro che, per contesti sociali svantaggiati, disagi economici o pesanti deprivazioni emotive rischiano di subire danni maggiori di quanto già la pandemia non abbia provocato. Alcuni dati raccolti dal Ministero di Grazia e Giustizia (2020) indicano che, nel periodo tra agosto 2019 e luglio 2020, la percentuale dei procedimenti iscritti per il reato di maltrattamenti contro famigliari e conviventi è aumentata dell’11% con un incremento proprio nel periodo pandemico. Una situazione, questa, acuita ancor più rispetto ai precedenti livelli già fortemente critici. Percentuale in aumento in particolare nella sfera infantile dove, secondo le fonti del centro di ascolto e consulenza di Telefono Azzurro, l’indice ha raggiunto il 14% in più di casi assistiti.   

 

    Leggere le tragedie greche dell’Edipo Re e dell’Edipo a Colono, in tempi di COVID, come ha fatto Paolo Vinci (2021) non significa soltanto apprezzare e valorizzare un patrimonio culturale universalmente riconosciuto. Non significa soltanto interpretare la narrazione attualizzandola e confrontandola con le similitudini dell’epoca moderna. Significa soprattutto confrontarsi con i vissuti di protagonisti vittime di un destino beffardo ed intransigente. Individui che, pur volendo sfuggire alla sofferenza, ne sono inevitabilmente travolti. Persone che hanno voluto cercare la verità, non solo storica ma, soprattutto, emotiva. E lo hanno fatto rischiando di perdere tutto, giungendo alle estreme conseguenze. Perché la comprensione della realtà che ci riguarda è necessaria alla vita stessa… ma quando le relazioni si rivelano illusorie e deleterie per il loro intrinseco sviluppo non resta altro che chiudere disperatamente gli occhi alla vista, accecandosi al pari di Edipo. Si diventa pazienti, portatori di un pathos, come ricorda spesso uno di noi nelle sue lezioni agli operatori sanitari (Nesci, 2022). Ed è qui che la psicoterapia psicoanalitica trova il suo spazio e la sua funzione. Ciò che si rende necessario per la sopravvivenza psichica è la reciprocità dello sguardo, in particolar modo quando ci troviamo forzati a rivolgerlo sul nostro stesso focolare domestico, perché, come l’indovino Tiresia rivela ad Edipo, “L’uomo che cerchi, il colpevole, è proprio qui”. La mia esperienza di psicoterapia online con i pazienti che mi sono stati inviati dalla DREAMS onlus, in questi tempi di COVID, mi ha consentito sia di constatare che i “segni” della pandemia sono già ben presenti nell’animo umano, come scrive Ilenia Petracalvina (2022) nell’Editoriale, sia di sentirmi confortato dalla possibilità di venire in aiuto ad alleviare l’isolamento emotivo grazie all’adozione di un setting “da remoto” come abbiamo fatto tutti noi psicoterapeuti della DREAMS onlus.

Riferimenti Bibliografici​

Freud, Sigmund (1919) Il perturbante in Opere, vol. IX, Torino: Boringhieri.

Freud, Sigmund (1905) Tre saggi sulla teoria sessuale. Al di là del principio del piacere. Torino: Bollati Boringhieri, 2012.

Ministero di Grazie e Giustizia (2020) Un anno dal Codice Rosso, rapporto sull’applicazione della Legge 69/2019

Nesci, D.A. (2022) Psychological Care for Cancer Patients – New Perspectives in Training Health Professionals. Lanham: Lexington Books., in press.

Telefono Azzurro (2020) La Salute Mentale dei Bambini e degli Adolescenti in tempi di Coronavirus

Vinci, Paolo (2021) Lezione su Edipo Re di Sofocle, SIPSI, Roma.

Vinci, Paolo (2022) Lezione su Edipo a Colono di Sofocle, SIPSI, Roma.

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