NARRAZIONE E PSICOANALISI

Editoriale

Raccontiamoci delle storie per dirci, forse, delle verità. Parafrasiamo il titolo di un capitolo del libro “La psicoanalisi come letteratura e terapia” di Antonino Ferro (1999). Il cuore della sua visione è il continuo flusso trasformativo che “crea” a un tempo senso e inconscio e di cui la seduta analitica – ma diremmo noi, anche la seduta gruppoanalitica – è il contenitore. Questa concezione, post-bioniana, dell’inconscio come qualcosa che continuamente si fa nel campo (quando in questo prendono vita e si riorganizzano provvisoriamente passato, presente, futuro, relazione, transfert, controtransfert…) ha una portata innovativa enorme, non solo teorica. Ma quello che qui ci interessa è che la narrazione non sta in un “dopo” rispetto a una esperienza e ad una verità dell’esperienza che si rinuncia a cercare: “è direttamente, intrinsecamente e radicalmente costitutiva dell’esperienza stessa (e della sua verità)” (come scrive Francesco Barale nella postfazione al libro di Ferro). Ecco il motivo fondante del nostro interesse qui per la narrazione e le creazioni artistiche in genere.

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Giugno 2007

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